Il tessuto imprenditoriale siciliano attraversa una fase molto delicata. Ad oggi il futuro per le piccole e medie imprese rimane un’incognita. Servono interventi per fronteggiare l’emergenza e agevolare una ripresa in tutta la Sicilia.  «In questo momento rappresentiamo una criticità – ha dichiarato Diego Bivona Presidente di Confindustria Siracusa, all’interno della rassegna stampa su Radio Fantastica – è una crisi di settore e sistema che riguarda le attività produttive dell’isola. Prima di questa emergenza sanitaria la nostra regione attraversava un momento di crisi, facendola sprofondare negli ultimi posti europei di competitività. Avevamo un piano per annullare il gap Nord e Sud e ci siamo trovati in una situazione che ci vede un passo indietro. Dobbiamo pensare al dopo emergenza. Ci sono tanti fondi per dare ossigeno a quelle aziende che hanno la possibilità di ripartire e utilizzarli come moltiplicatore di ricchezza, di posti di lavoro e di risorse». Una fase senza precedenti. I numeri parlano chiaro; il lockdown ha bloccato il 58% delle attività produttive e sono andati persi 76 mila posti di lavoro. Per molte piccole e medie imprese potrebbe rappresentare un punto di non ritorno. «Come primo obiettivo bisogna mettere le infrastrutture – continua – oltre a creare posti di lavoro fanno emergere la Sicilia dal suo handicap maggiore: l’insularità. Tutto questo costa 6-7 miliardi di euro l’anno. E’ pari a quella perdita che alla fine verificheremo al termine di quest’anno a causa della pandemia. Dobbiamo vincere questo problema di continuità territoriale a partire dai collegamenti stabili con la Calabria e tutta la rete ferroviaria che migliorerebbe la Sicilia occidentale e quella orientale. Questo tema delle infrastrutture abbraccia anche le cosiddette zone “ZES”.Chi investe in queste aree deve avere dei benefici fiscali e burocrazia zero. Però ancora non funzionano, ahimè sono rimaste solo scritte sulla carta. Siamo in attesa che il ministro nomini il commissario che operi in queste aree». Le questioni presentate dai presidenti locali di Confindustria Sicilia al ministro del Sud Provenzano hanno fotografato un sistema difficile e pieno di ombre. «Siamo molto fiduciosi – conclude – conosciamo il ministro Provenzano come siciliano e come analista economico dello Svimez, che si occupa degli studi economici. Abbiamo grande fiducia che le nostre preoccupazioni e proposte abbiano appiglio e consenso favorevole vero il ministro».