Un passato da procuratore aggiunto alla Procura di Palermo e da liquidatore, nominato nel 2013, dall’allora presidente della Regione Rosario Crocetta, della partecipata regionale Sicilia servizi. Adesso l’ex magistrato Antonio Ingroia è stato condannato in primo grado a 1 anno e 10 mesi. Sotto la lente d’ingrandimento le indennità di risultato e i rimborsi durante il suo mandato da manager. Per il primo capo d’imputazione è stato assolto perché il fatto non sussiste mentre per il secondo la giudice, Maria Cristina Sala, ha stabilito la condanna. Già annunciata la presentazione dell’atto d’appello. «Venni nominato con lo specifico incarico di salvare la società e rimetterla in carreggiata – ha dichiarato l’ex magistrato Antonio Ingroia, all’interno della rassegna stampa su Radio Fantastica –  veniva da un passato di sperpero di denaro pubblico e saccheggi di fondi europei. Tuttavia venni nominato liquidatore perché non c’era una norma alternativa. La società non poteva infatti essere chiusa perché sarebbero crollati tutti i server della Regione Siciliana». L’ex magistrato da anni risiede a Roma, replica alle contestazioni di peculato che gli inquirenti hanno contestato per avere  soggiornato in alcuni alberghi di Palermo. «Non ho soggiornato in hotel di lusso – conclude –  andavo all’hotel Centrale e a Villa Igea, tutte strutture a quattro stelle. Il problema è che mi viene contestato che io andassi proprio in albergo. Ecco perché ho definito ridicola questa accusa; secondo i pm non avevo diritto al soggiorno ma solo a un rimborso per le spese di trasporto. Abitando a Roma avrei dovuto prendere l’aereo ogni giorno per recarmi a Palermo. La presidenza della Regione a questo punto avrebbe dovuto nominare un liquidatore residente nel capoluogo siciliano».

Per ascoltare l’intervista clicca qui: