Continuano le polemiche per il nuovo possibile assetto della giunta regionale in Sicilia tutta al maschile. Le dimissione dell’assessore Bernardette Grasso hanno infatti azzerato la componente femminile. « Mi aspettavo tutto questo, sta perfettamente nelle corde della cultura politica del presidente Musumeci – ha dichiarato Claudio Fava , presidente della Commissione Regionale Antimafia, all’interno della rassegna stampa su Radio Fantastica – questo rivela un’antica e persistente insensibilità in alcune dinamiche che non sono scritte a norma di legge. Un governo tutto al maschile risale all’era Fanfani, parliamo di 50anni fa. E’ una fotografia nitida e abbastanza impetuosa di questa giunta ». Anche i sindacati non si sono risparmiati in merito a questa vicenda definendo un atto «becero» dove la parità di genere e i diritti delle donne vengono all’ultimo posto. « Il presidente Musumeci deve capire – conclude – che la Politica ha assunto la questione della parità di genere in tutta Europa. Invece noi che ci vantiamo di avere il parlamento più antico del mondo abbiamo il parlamento più maschile del mondo. Tutto questo onestamente non ci fa molto onore». La sostituzione della Grasso, di fatto, è avvenuta in seguito ad una richiesta di partito per consentire la presenza, in giunta, a parti di territorio regionale rimaste escluse. Ma sostanzialmente ha fatto riemergere l’ennesima questione: la rappresentanza delle donne.

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