Il nuovo DPCM e lo spettro di un nuovo lockdown sono ormai una realtà. Ancora una volta il mondo delle imprese deve fare i conti con le restrizioni per contrastare la diffusione del Covid-19. Un colpo per tutti i settori lavorativi. Il sistema economico quasi in corto circuito, privo di liquidità e ossigeno per coloro che accendono il motore finanziario. In questi giorni non sono mancate le manifestazioni di protesta in diverse parti del territorio nazionale. «I commercianti, gli imprenditori e tutti noi siamo tutti molto preoccupati – ha dichiarato Patrizia Di Dio, vicepresidente Nazionale di Confcommercio ospite all’interno della rassegna stampa su Radio Fantastica – senza lavoro si muore. Queste misure, queste restrizioni ci sembrano generalizzate su tutto il territorio nazionale senza un’evidenza di come possano dare dei risultati. Il primo lockdown è costato carissimo. Adesso questi nuovi provvedimenti sembrano privi di strategia, assomigliano ad un lockdown camuffato. L’informazione spesso è martellante, fuori controllo. Nella gente si vive un clima del tutto fuori controllo». Migliaia di imprese vengono adesso risucchiate in un vortice. Alcune categorie sono state costrette a fermarsi definitivamente come le palestre e i centri estetici mentre per ristoranti e bar la chiusura alle ore 18 non depone nessun vantaggio a fronte delle spese. I dati in Italia, ormai sotto gli occhi di tutti, consegnano una veloce diffusione del virus. «Noi facciamo impresa e ci occupiamo di numeri, di prodotto e di mercato – continua – vuoi vedere che dobbiamo entrare nel merito di quello che succede sotto l’aspetto sanitario? Perché le cose sono risultate insufficienti? E allora abbiamo incominciato ad occuparci di che cosa sta succedendo nel settore della Sanità. Abbiamo contezza di tutte le immagini che vediamo, di ambulanze in giro per le città in fila ai pronto soccorso; non sono altro che la dimostrazione di una situazione fuori controllo, semplicemente del fatto che non funziona il medico di base. Non bisogna andare per qualsiasi motivo al pronto soccorso». Le chiusure contenute nel provvedimento nazionale vogliono scongiurare un crollo del sistema sanitario. «Al 31 agosto come Confcommercio avevamo previsto una perdita di PIL e di consumi di 5 miliardi e 500 milioni per la Sicilia – conclude – questa è la situazione disperata da recuperare, senza contare su settori come il Turismo. Ieri abbiamo dato evidenzia ad un altro miliardo di perdite per la Sicilia. Questi sono numeri che affronterà l’intera regione».

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