L’emergenza Coronavirus ha messo a nudo alcuni problemi del sistema sanitario. Davanti a numeri che parlano chiaro, tra focolai,ricoveri e posti letto non sufficienti l’Ordine dei Medici ha chiesto un lockdown totale come freno alla diffusione della pandemia. «La situazione è molto seria – ha dichiarato il dott. Giovanni Merlino vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Palermo, all’interno della rassegna stampa su Radio Fantastica – i dati sono sotto gli occhi di tutti. Questa fase che stiamo attraversando è ben diversa dalla prima. Abbiamo dati davvero preoccupanti. Noi medici non stiamo affrontando nel migliore dei modi questa situazione». Il medico di famiglia deve occuparsi dei suoi assistiti anche durante la quarantena, attraverso telefonate o visite a domicilio. Ma non tutti hanno scelto di operare in queste modalità, anche a causa della poca disponibilità dei DPI. Il nuovo scenario, adesso, prevede anche un controllo diretto attraverso i tamponi. «I tamponi vanno fatti e noi li faremo – continua – non ci tireremo indietro e mai lo faremo. Cercheremo sempre di stare vicini ai nostri pazienti. Le condizioni sono carenti. Da vicepresidente dell’Ordine non posso che denunciare che i colleghi sono sommersi da innumerevoli numeri, i pronto soccorso sono ingolfati. La pandemia non poteva essere affrontata solo dal numero dei posti letto. Servono tante altre cose. Durante la prima fase il mio telefono squillava sempre. Ad oggi ho decine di positivi a casa. Devo chiamare almeno 2 volte al giorno i miei pazienti per conoscere il loro stato. Oltre ai pazienti Covid ci sono tanti altri che soffrono di diverse patologie e anche loro non vanno messi da parte, anzi». I conti, dunque, sono presto fatti. Da una parte crescono i compiti per i medici ma contemporaneamente non sono stati potenziati, a dovere, gli organici. Il rispetto delle norme anticovid, quindi, rimane la principale ancora di salvezza.«Nessuno è stato in grado di investire sul territorio – conclude – riconfermando una mentalità ospedacocentrica  e non investendo sul territorio. Bisognava assumere personale al dipartimento di prevenzione, alle USCA e ai servizi di contact tracing. I messaggi che sono comparsi in questi mesi sono stati falsi nei confronti dei cittadini facendo capire che l’emergenza fosse al capolinea. Tutto questo ha contribuito sicuramente a tutto quello che oggi stiamo vivendo».

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