Dopo 108 giorni i pescatori di Mazara del Vallo sono finalmente liberi. Si trovavano a bordo di due pescherecci siciliani, Medina e Antartide, nel mese di settembre. Secondo le autorità libiche avrebbero violato le acque territoriali, gettando le proprie reti vicino la città di Bengasi. «Per noi è qualcosa che attendavamo da troppi giorni – ha dichiarato Salvatore Quinci sindaco di Mazara del Vallo, all’interno della rassegna stampa su Radio Fantastica -ogni giorno leggevo gli occhi egli sguardi da parte dei familiari che aspettavano notizie dei propri cari in aula consiliare. Hanno il nostro plauso il presidente Conte e il ministro degli Esteri Di Maio, hanno pagato un prezzo politico davvero alto stringendo la mano al Generale Haftar. Era un’attesa davvero insopportabile. Sapevamo che la trattativa con Haftar fosse spigolosa; infatti questa vicenda legata al sequestro mette in luce la sua figura per rimettersi al centro della scena ancora una volta. L’ipotesi che questi uomini non facessero rientro a casa in occasione delle festività natalizie era inaccettabile». L’accusa da parte del paese libico nei confronti delle 2 imbarcazioni siciliane è stata quella di aver operato negli spazi territoriali libici svolgendo le attività di pesca in maniera incontrollata. Un settore, quello ittico, importantissimo per tutta la comunità di Mazara del Vallo con una flotta di ben 80. «La pesca ha 51.600 abitanti, gli 80 pescherecci d’altura impiegano circa 600 persone – conclude – l’indotto è dato da migliaia di persone per l’industria della lavorazione e trasformazione del pesce. Noi esportiamo il nostro brand ovvero il “Gambero Rosso” in tutto il mondo;  in assenza di una politica economica da parte dell’Italia e dall’Unione Europea. La nostra marineria ha subito negli ultimi 25 anni ben 50 sequestri, milioni di euro in sanzioni o pescherecci andati perduti e molti morti. Adesso che i nostri uomini sono tornati serve attivare una politica vera in questo mare che è la casa comune di tanti popoli. Questa vicenda scuote gli animi dei siciliani ma mette in discussione gli imprenditori del settore e tutto il movimento della pesca».

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