La seconda ondata della pandemia da Covid19 continua a mietere vittime. Necessario il rispetto della distanza di sicurezza, l’uso della mascherina e del gel disinfettante per le mani. Questa volta però, a differenza della scorsa primavera, in tutti c’è una speranza scientifica: la scoperta di un vaccino. «Il virus è uno e bisogna monitorarlo bene – ha dichiarato il Professore Renato Bernardini ordinario di Farmacologia all’Università di Catania, all’interno della rassegna stampa su Radio Fantastica – il ceppo virale da tenere sotto controllo è uno. Le diverse strade sono i vaccini che possono essere costruiti con metodologie e principi diversi e ispirati da diversi aspetti biologici. L’obiettivo da colpire è uno. Il Coronavirus che affligge il mondo». Lo sviluppo di un nuovo farmaco richiede la pazienza e l’attenzione da parte della comunità scientifica ma anche di tutti i cittadini. « Il vaccino che si sceglie di somministrare – continua – lo fa il medico e il nostro sistema immunitario. Entro dicembre – gennaio saranno disponibili sul mercato diversi vaccini. Si tratterà di chiudere gli studi di fase tre, attualmente in corso, e capire l’affidabilità effettiva e capire la tossicità. Tra l’altro quest’ultima non ha dato dei segni particolari. Successivamente i vaccini avranno dei tempi legati alla produzione in termini di quantità, non sarà sicuramente corrispondente al fabbisogno mondiale. Chiaramente sarà per gradi e pian piano le persone saranno vaccinate. Bisognerà intervenire sulle popolazioni fragili e con un alto rischio di contagi. La scelta del vaccino sarà varata dal sistema sanitario che controllerà il numero di dosi e sulla tipologia del vaccino che sarà disponibile, consegnandolo ai medici di medicina generale per consegnarlo ai soggetti interessati da Covid19». Nel frattempo l’utilizzo del plasma sta fornendo un contributo importante per i casi da Covid19. Le raccolte di plasma continuano incessanti sempre in attesa del vaccino. «Una volta che i vari vaccini saranno introdotti sul mercato – conclude – dovranno coprire una fetta di popolazione ampia. Se vogliamo regolare l’efficacia di un vaccino non deve essere inferiore all’89% ma con il tempo dobbiamo capire la durata della sua efficacia».

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