E’ ancora caos tra il mondo della scuola e gli insegnanti. Dall’inizio della scuola abbiamo appreso diverse novità ma per presidi, docenti e alunni senza dimenticare il grande sforzo anche delle famiglie molti punti rimangono un vero e proprio punto interrogativo. Il futuro dei tanti e troppi docenti che speravano in una vera e propria stabilizzazione diventa ad oggi uno degli scenari con più ombre e meno luci. Tra banchi mancanti e la didattica a distanza, ancora divide il nostre intero paese; il ministro all’istruzione Luca Azzolina continua a ribadire che gli alunni devono proseguire a svolgere regolarmente le proprie lezioni, mentre sul fronte opposto i governatori regionali hanno già chiuso parecchi istituti per non compromettere i contagi, da parecchi giorni in forte crescita con un incremento di migliaia di tamponi eseguiti in Italia. « E’ un momento abbastanza caotico – ha dichiarato la Preside dell’istituto “Concetto Marchesi” di Mascalucia la Prof.ssa Lucia Maria Sciuto all’interno della rassegna stampa su Radio Fantastica –  la questione del lavoro fragile è stata in qualche modo risolta dal decreto del ministro della pubblica amministrazione che fino al 31 dicembre la scuola può rientrare in virtù della legge  165, quindi quello che è stato convertito in legge la legge 126 all’articolo 32, in qualche modo è stato superato. Io credo in questo momento che la prudenza sia fondamentale a tutti i livelli. In particolar modo le scuole del primo ciclo per attivare la didattica a distanza.» I nodi sono tanti, mancano parecchi professori e spesso quello che ci sono vengono falcidiati dal rischio di quarantena, perché bastano pochi casi Covid-19 per spedire a casa la maggior parte dei docenti. Problemi tecnici di rete non sono all’altezza di poter mediare in alcune zone e angoli delle città in Italia e non ottemperare alla didattica a distanza. Ma a tenere banco è il concorso straordinario dei docenti, una procedura molto attesa da chi già ha svolto più di 36 mesi di servizio. E’ il momento giusto, proprio adesso? « In questo momento bisogna cercare di calmare gli animi – continua – bisogna evitare situazioni di confusioni e panico, perché destabilizzano i sistemi, ma anche perché c’è qualcuno che ci sguazza. Quindi sarebbe stato opportuno gestire la situazione in un modo più saggio.» I mesi che si presenteranno fanno riflettere su quello che sarà il modus operandi delle scuole, ma in particolar modo se la didattica sarà ancora gestita all’interno delle scuole. « Se avessimo adottato tutti delle misure – conclude – che sono quelle che stiamo adottando adesso già nel mese di settembre, probabilmente avremmo creato delle abitudini consolidate specialmente con le nuove generazioni. »